“Riunirsi in quartetto è un’operazione difficile.
Occorre una simpatia illimitata, che continui a circolare e si chiuda in un anello di fiducia reciproca; occorre quell’atto ispirato per cui, monacandosi, uno interrompe la melopea del proprio individuo e sa di ritrovarla, più tardi, trasfigurata in un concetto, riprodotta in un’azione collettiva, specchiata in un’opera. E’ un arduo modo di immortalarsi senza soggiacere alle pesantezze del nome; una scelta di vivere, accordando una speranza al destino delle proprie fantasie segrete.
Che quattro giovani, giovanissimi abbiano vinto lo splendente egoismo della loro gagliarda età è già, per se stessa, una cosa ammirabile. Ma che, poi, questa decisione e questo impegno si accompagnino a tanta semplicità, rinuncino a sottolinearsi, si ristorino in una sorridente franchezza è quasi, ai giorni nostri, un prodigio.”
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Nino Criscenti
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